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14-lug-2021

Centralino virtuale in cloud: cos’è e perché rappresenta il futuro

centralino virtuale in cloud

Paolo Bergamini

Sales Engineering Leader, Avaya Western Europe

Il centralino virtuale in cloud è uno degli strumenti di comunicazione aziendale che sta crescendo di più a livello globale. Viene definito anche Hosted PBX (Private Branch Exchange) e il valore del mercato relativo ha oltrepassato i 5 miliardi di dollari nel 2020, con una previsione di crescita annuale pari al 12% tra il 2021 e il 2027. La crisi pandemica ha contribuito ad accelerare l’adozione di questo sistema che, a differenza del suo predecessore, supporta le comunicazioni everywhere senza richiedere l’installazione di appositi apparecchi hardware nelle sedi delle aziende. Se si pensa che, secondo una nota di Ericsson, la durata delle sessioni di chiamata vocale durante le fasi lockdown è aumentata fino al 70%, si capisce il perché della popolarità del centralino virtuale in cloud. Poter disporre, infatti, di un PBX che non richieda la classica “borchia” e sia attingibile anche al di fuori del proprio ufficio è il modo migliore per rispondere all’esigenza di una forza lavoro distribuita e non più centralizzata.

L’incremento del centralino virtuale in cloud anche in Europa

La domanda di soluzioni come il centralino virtuale in cloud sta registrando incrementi significativi anche in Europa. In Francia, ad esempio, il segmento di questa tecnologia deteneva oltre il 40% della quota di mercato nel 2020, spinto soprattutto dal graduale spostamento delle imprese dai tradizionali servizi voce e dati vero gli Hosted PBX. Perfino l’Italia, che nel vecchio continente spesso non brilla per essere il Paese più innovativo (nell’indice DESI 2020 della Commissione europea risulta in 25ma posizione su 28 Stati membri UE), tuttavia sta dismettendo a ritmi sostenuti gli accessi alla rete fissa in rame a favore di tecnologie qualitativamente superiori come FTTC, FTTH e FWA. Lo si ricava dall’Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom la cui ultima rilevazione ha evidenziato che gli accessi in rame sono scesi al 36,3%, con una flessione di 9,78 milioni di linee. Segno che l’adozione del centralino virtuale in cloud, per quanto lenta, continuerà comunque ad aumentare progressivamente nelle aziende italiane.

L’integrazione nativa dei canali digitali nel centralino virtuale in cloud

Uno dei driver che spingerà in futuro verso l’Hosted PBX è anche la sua integrazione nativa con i canali digitali. Il boom di video conferenze, strumenti di messaggistica e piattaforme di condivisione ha reso evidente l’importanza che il canale voce fosse inserito nei flussi comunicativi delle organizzazioni e non sovrapposto agli altri strumenti di ultima generazione. L’employee journey, alla stessa stregua del customer journey, cioè del percorso del cliente tra i vari touchpoint, necessita di una piattaforma unificata che sostenga la produttività dei dipendenti e non la rallenti, magari costringendoli a passare da un’applicazione all’altra in funzione del tipo di comunicazione. Il centralino virtuale in cloud, in tal senso, può fungere da punto di raccordo di tutti gli scambi abilitando transazioni video, voce e di messaggistica istantanea. Con il vantaggio di poter essere utilizzato non solo tramite telefono fisso o PC, ma anche in mobilità sullo smartphone e il tablet.

Un modello di pagamento Opex che tenderà a investire anche la fonia

Uno dei motivi, infine, che decreteranno il successo del centralino virtuale in cloud è il suo modello di pagamento. L’Hosted PBX, infatti, sposta l’asse della spesa delle organizzazioni dagli investimenti Capex ai costi operativi Opex, meno impegnativi in termini di allocazione delle risorse finanziarie. Inoltre, nell’era della tecnologia proposta sempre più spesso come servizio, a cominciare dall’offerta di soluzioni SaaS (Software as a Service), ritenere che la componente telefonica segua altre logiche è irrealistico. La tecnologia come servizio significa maggiore flessibilità. Qualsiasi realtà, comprese le PMI, può attivare i seats che gli servono, commisurandoli sul numero degli utenti effettivi. Ciò permette di contenere gli oneri della manutenzione che, nel caso del centralino virtuale in cloud, è demandata invece al provider che, nella tariffa onnicomprensiva per utente, si fa carico del corretto funzionamento, delle performance e degli aggiornamenti.

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